Riconoscere la sindrome da burnout non è sempre facile e, spesso, c’è la tendenza a ridurre il tutto ad un mero problema del singolo lavoratore ignorando il contesto lavorativo nel suo insieme. Per contro, non riconoscere il problema, da parte dell’azienda, è un errore molto pericoloso, perché può incidere pesantemente sull’economia dell’intera struttura. Non a caso, l’Organizzazione mondiale della Sanità lo ha di recente riconosciuto come malattia.
Rischio di burnout: cos’è?
Il termine burnout, in italiano “bruciato”, “esaurito”, identifica una condizione di esaurimento fisico ed emotivo che porta la persona ad avere un atteggiamento distaccato e apatico verso il lavoro e i rapporti interpersonali.
Ci sono delle categorie più a rischio: medici, infermieri, forze dell’ordine, insegnanti, ma può colpire anche altre categorie di lavoratori, quelli iperattivi e schiacciati da mille impegni tra lavoro e famiglia. Solitamente le donne, che sopportano oltre al carico di lavoro gli impegni con la famiglia e l’accudimento degli anziani, sono maggiormente predisposte al pericolo di esaurimento psico-fisico rispetto agli uomini.
Il burnout può essere causato da diversi fattori: un’eccessiva mole di lavoro, l’incertezza rispetto al ruolo che si ricopre in azienda, le pressioni da parte dei superiori, i conflitti con i colleghi, o un senso di inadeguatezza rispetto al ruolo ricoperto.
Riconoscere i sintomi è importante
La sintomatologia è complessa, ma si può ricondurre a tre grandi aree:
- lavorativa: calo delle prestazioni, problemi disciplinari, alta conflittualità, frequenti malattie e conseguente assenteismo, infortuni
- psicologica e comportamentale: ansia, angoscia, indecisione, insicurezza, isolamento, scarsa attenzione e concentrazione, cattivo umore, stati depressivi, attacchi di panico, autocommiserazione, sensazione di avere la testa vuota, aumento di consumo di alcol, tabacco e caffè
- fisica: disturbi gastrointestinali, cardiocircolatori, respiratori, sessuali e dermatologici.
5 modi per guarire
La risoluzione del problema, a livello individuale, passa attraverso tecniche terapeutiche quali l’EMDR che aiutano a ridurre il livello di ansia e stress e a modificare il proprio comportamento. Nella vita di tutti i giorni, vi consiglio:
- conducete uno stile di vita sano (sport, dieta, ecc.) che aumenta la capacità di fronteggiare qualsiasi tipo di esperienza stressante
- praticate tecniche di rilassamento (meditazione, biofeedback) per ridurre il grado di attivazione
- create nuove relazioni con i colleghi: il confronto aiuta a distendere l’atmosfera in azienda
- imparate a gestire il tempo: la variabile più importante quando si considera la produttività è proprio il tempo, perciò saperlo gestire è la chiave per il successo. Per cercare di rendere la vostra vita professionale il meno stressante possibile il segreto è fare brevi pause durante la giornata. Questo aiuta a rimanere concentrati senza affaticarsi troppo.
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