Sono circa 3 milioni, e sempre più giovani, gli adolescenti che soffrono di disturbi alimentari in Italia.
L’età d’esordio più frequente per anoressia e bulimia è tra i 15 e i 25 anni, anche se sono in aumento i casi dagli 11/12 anni. Rifiuto del cibo o, al contrario, grandi abbuffate restano i problemi più frequenti, ma ad essere in aumento è anche la risposta maschile della vigoressia, ovvero l’ossessione di un fisico prestante.
La causa? Un profondo disagio personale che trasforma la voglia di essere “magri e belli” in una patologia, aggravata dall’utilizzo dei social, che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili.
I disturbi alimentari sono diversi
L’anoressia e bulimia, legate al controllo del peso sono i più diffusi, soprattutto tra le donne. Ma è sbagliato pensare che questi siano i soli sintomi dei disturbi alimentari.
Infatti sono n aumento le forme miste, in cui si passa dall’anoressia nervosa alla bulimia nelle diverse fasi della vita: è il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder), una sorta di bulimia senza comportamenti di compenso che porta frequentemente all’obesità.
Anche negli uomini, sempre più attenti al fisico, il disturbo si presenta sotto forma di vigoressia, o anoressia reversa, che porta ad una continua ossessione per il tono muscolare, l’allenamento, una dieta ipocalorica e iperproteica, a cui spesso si aggiunge l’uso di sostanze illegali per raggiungere tale obiettivo.
Tanti possono essere i campanelli d’allarme: un improvviso controllo estremo del cibo per paura di ingrassare, difficoltà a mangiare con gli altri, bassa autostima, attività fisica eccessiva, scomparsa di grandi quantità di cibo e ritrovamento di cibo in posti anomali come camera da letto o armadi, rituali alimentari particolari, estrema selettività alimentare.
Ma quali sono le cause?
Alla base di tutto ci sono problemi di disagio e insicurezza: ci si abbuffa per far fronte alla noia, alla mancanza di affetto o per evadere da una situazione, per placare lo stress, per soffocare un’emozione, così come si ricerca la magrezza e la forma perfetta del corpo per un bisogno di sentirsi più sicuri.
Per aiutarli a venirne fuori è molto importante il sostegno delle persone care, dai familiari agli amici, ma prima bisogna saper cogliere i campanelli d’allarme e poi avvicinarsi con il giusto approccio.
Occhio ai segnali
Di seguito vediamo quali sono i segnali più frequenti che devono mettere in allerta i genitori.
Attenzione al comportamento a tavola
La tavola è il luogo privilegiato per cogliere segnali iniziali. Ma perché questo sia possibile bisogna innanzitutto comunicare ed evitare possibili distrazioni, quindi telefonini, televisione, o cucinare mentre gli altri mangiano. Quello del pranzo o della cena deve essere vissuto come un momento di convivialità, in cui ci si raccontano gli avvenimenti della giornata e si sta insieme.
Rituali sospetti
I segnali di anoressia e bulimia possono essere molto sfumati all’inizio. Per esempio, soprattutto nell’anoressia, si possono notare dei rituali durante i pasti, in precedenza assenti. La ragazza anoressica tende a separare le varie pietanze nel piatto, a tagliarle in piccoli pezzi e a mangiare molto lentamente.
Assenza di relazione
Spesso si nota un cambiamento di atteggiamento nella convivialità. Se prima a tavola la ragazza chiacchierava, scherzava e mangiava, quando subentra un disturbo del comportamento alimentare la si vede più concentrata, come se stesse studiando, e più taciturna.
Perdita di controllo sul cibo
Tipica di chi soffre di bulimia e binge eating è invece la perdita di controllo sul cibo: si mangia in modo molto vorace, in fretta, ci si distacca dall’ambiente perché si guarda solo il piatto che si ha davanti. Diversamente dal disturbo da binge eating, spesso la bulimica è vorace solo quando è da sola e non è vista da nessuno, perché si vergogna per quello che sta facendo.
Ossessione per il proprio aspetto
È normale che un adolescente si interessi del proprio aspetto e voglia apparire più piacevole, ma quando questa preoccupazione diventa eccessiva i genitori ne devono tenere conto.
Iperattività fisica
Altro comportamento tipico è l’ossessione per l’attività fisica. Fare movimento non è più un piacere, ma diventa un dovere, per smaltire il cibo mangiato. Quindi attenzione se la frequentazione della palestra o i momenti dedicati allo sport aumentano sempre più e, soprattutto, se diventano un’ossessione a cui non si può mai rinunciare.
Qual è l’approccio più efficace?
Capire, non assecondare, non giudicare: è questo l’atteggiamento corretto per aiutare i giovani che si trovano a fare i conti con disturbi alimentari. Per trovare un punto di contatto, i genitori non devono fissarsi su quanto mangia la figlia o quanto è magra, ma piuttosto cercare di portare l’attenzione sulla sua qualità di vita: comunicare un messaggio che la faccia riflettere e comprendere che la sua vita sta lentamente cambiando in peggio.
Sono inoltre consultabili sul sito del Ministero della Salute le raccomandazioni per i familiari che illustrano i primi sintomi di un disturbo alimentare, i segnali per riconoscerlo e in seguito i consigli per affrontare un percorso di guarigione.
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