La rabbia trattenuta e la paura a dire NO si trasformano in disturbo organico
Alcune situazioni della vita risultano essere indigeste tanto quanto alcuni cibi che ingeriamo, trasformandosi in patologie quali il reflusso e la gastrite.
Oltre al cibo, che è ricco di significati simbolici, tendiamo a “mandare giù” le atmosfere e le persone che ci circondano.
La gastrite è la manifestazione fisica della difficoltà nell’accettare determinate situazioni, ma che esprime il desiderio di incontrare intimamente qualcuno o qualcosa che contiene allo stesso tempo elementi percepiti come pericolosi o inaccettabili.
La frustrazione cresce facendo nascere conflitti, rabbia che vengono però espresse solo parzialmente.
Disappunto e paura di non essere accettati si trattengono scaricando sullo stomaco tutta la tensione accumulata.
I sintomi parlano molto chiaro a questo punto:
il fuoco interiore arde inespresso scatenando forte bruciore, dolori, crampi e pungoli che sono l’espressione del disagio nel non riuscire a manifestare pienamente se stessi.
La nausea esprime il rifiuto della situazione mentre il vomito un chiaro rigetto.
L’inappetenza e la conseguente chiusura dello stomaco sono in relazione all’indisponibilità ad accettare oltremodo ciò che si è accolto.
La contrazione muscolare delle pareti dello stomaco denota uno stato di allerta relativa alla situazione.
Una digestione lunga e laboriosa esprime una certa tenacia nell’affrontare la situazione, ma allo stesso tempo la difficoltà a digerire il cibo e la situazione che in quel momento rappresenta la fonte del problema.
Per risolvere e prevenire il problema della gastrite è necessario imparare ad usare il NO terapeutico.
Imparare a dire NO è il primo passo per far crescere l’autostima e abbassare il livello di sopportazione.