Molte mamme vivono con difficoltà il distacco, che invece può essere la prima esperienza di autonomia di nostro figlio.
Combattute tra la voglia di portare avanti la propria attività e le esigenze dei figli, le mamme sono sempre alle prese con i sensi di colpa. Una vita di corsa e la paura di non essere altezza, come mi raccontano molte donne che incontro in terapia. Scelte che ricadono, nella maggior parte dei casi, sulle madri.
È difficile per tutte ma, secondo me, lavorare è un diritto e soprattutto un dovere anche nei confronti dei nostri figli. È faticoso conciliare lavoro e famiglia, perché alla fine non smetti mai di lavorare, neanche a casa. Stringi i denti e vai. È tutta una corsa: bambini, scuola, lavoro, impegni sportivi, spesa, pulizie.
Mamme accomunate dalla sensazione di rincorrere il tempo
Una vita sempre di corsa, cercando di incastrare gli impegni di tutta la famiglia senza mai dimenticare niente. Ma senza aiuti non ci si riesce. I nonni, in primis, sono la salvezza di tante famiglie, ma molte donne devono ricorrere anche alle baby sitter che si aggiungono però alle numerose spese da sostenere.
Una donna che vuole realizzarsi anche fuori dalle mura domestiche deve rinunciare sicuramente a qualcosa. E i papà?
Un difficile equilibrio di ruoli
Oggi la stragrande maggioranza delle donne non si sente realizzata unicamente all’interno dei ruoli di moglie e mamma. Lavorare, indipendentemente dalla necessità economica di contribuire al bilancio familiare, è sempre più un bisogno esistenziale e un diritto, a mio parere, così come è sempre stato per gli uomini. Se siamo fortunate possiamo contare sulla solidarietà dei nostri compagni ma, spesso, non è così. Ecco allora la domanda che tutte ci facciamo “è possibile essere nello stesso tempo lavoratrici soddisfatte e madri presenti e affettuose?”.
Diamo un calcio ai sensi di colpa
“Perché non stai a casa con me?” è la domanda trabocchetto che prima o poi arriva per tutte le mamme e non fa che alimentare il nostro senso di colpa. Certo non è facile lasciare per ore i nostri figli ma ricordiamoci che si può dare solo ciò che si sente dentro di sé. Se una donna è ansiosa, stressata, possessiva e insicura, trasmetterà ai figli altrettanta agitazione; se è serena, anche se stanca, infonderà loro altrettanta sicurezza a discapito di capricci e pretese. Inoltre, è ormai accertato, che i figli di genitori che lavorano crescono altrettanto bene degli altri. Anzi, la loro personalità, sempre che la separazione sia avvenuta in modo giusto, può uscire fortificata da questa esperienza.
I miei consigli per affrontare il conflitto
Accetta il distacco
La prima cosa da fare è accettare il distacco dentro di te. In questo modo imparerai a non sentirti indispensabile. Molte mamme nascondono dietro al senso di colpa un tentativo di sottrarsi, esse stesse, alla separazione dal figlio, con il risultato di aumentare la sofferenza di entrambi.
Parla del tuo lavoro
Se è in età per comprendere, motiva il tuo lavoro. Il bambino deve capire che il lavoro ci piace, ci gratifica, lo si considera un valore e, quindi, lo si fa volentieri. Sarà un esempio importante che per fargli intuire che nella vita è bello avere interessi e perseguirli.
Rassicuralo sul tuo amore
Il bambino ha bisogno di essere amato, se sentirà questo amore, qualunque cosa accada, lui saprà che non verrà mai rifiutato o abbandonato.
Allontanati con un sorriso
Quando usciamo per andare al lavoro, salutiamolo con gioia. Se lui si mette a piangere, niente panico. È inevitabile. La sensazione di sentirsi solo verrà presto sostituita dall’interesse di fare cose nuove.
E ricorda sempre che sei una donna prima ancora di una mamma, quindi trova tempo per te e per il tuo compagno, fa che non si senta escluso e, se serve, coinvolgilo nel suo ruolo di papà.